GIOVANNI.
© Roberto

Si era alzato da poco .
Il sole era alto, come succede nelle mattine estive, e gia' scaldava l'aria asciugando le gocce di rugiada sui fili
d'erba. Usci', sentiva un leggero senso di fame, ma decise che avrebbe fatto colazione all'occasione, in giro, e
s'incammino' piuttosto lentamente e con indolenza, ancheggiando, verso il posto che aveva deciso di
raggiungere per andare a prendere il sole.
Non era lontano, ma avrebbe permesso a lui di camminare lungo tutto il muretto a secco che a gli piaceva tanto,
avrebbe forse fatto anche qualche incontro piacevole lungo il tragitto e poi era un muretto assolato anche a
quell'ora mattutina: cosa non da poco, per lui che amava il sole.
Sentiva le pietre sotto le dita e la pianta.
A volte erano aguzze, a volte erano lisce ed arrotondate, aveva una perfetta sensazione dei sassi che calpestava,
come se li vedesse. Erano caldi. Ogni tanto era abbagliato, si fa per dire, da qualche residua goccia di rugiada che
ancora brillava riflettendo i raggi del sole oramai caldo, in un'aria ancora pulita e con il verde dell'erba che
dominava la visuale.
Erano delle perle di rugiada su un verde brillante ed uno sfondo azzurrissimo. Fu un percorso piacevole quella
mattina. Arrivato a destinazione si dimentico' la fame e si lascio' andare sulla sabbia a crogiolarsi al sole.
Il luogo era presso che solitario. Lui si guardo' intorno, con uno sguardo pigro e muovendo lentamente la testa,
ora di qui ora di la'; gli piaceva sentire la sabbia calda sotto la pancia. La vide. Si avvicinava indistinta , senza un
percorso ben preciso. Senti' improvvisamente risvegliarsi in lui un'attrazione fortissima, la guardo', l'osservo'
attentamente, la studio' : decise che l'avrebbe aspettata li' immobile, finche' gli si fosse avvicinata. Lei continuo'
nel suo percorso, ignara di chi l'aspettava: passo' vicino a lui, non vicinissima, ma nei pressi. Lui si slancio' in
avanti come fa rapidissima la mantide. L'aveva afferrata, e lei lo aveva visto nel balzo ma per qualche misterioso
motivo non aveva provato paura, lo aveva guardato nei suoi occhi scuri, profondi e si era offerta a lui.
Sentiva oramai di appartenergli. Giovanni la mordeva, la assaporava, la leccava. Lei non era piu'.
Giovanni volto' la testa sazio, si guardo' la coda leggermente desquamata dal sole,
la sua giornata da ramarro era cominciata bene. Forse una mosca non era la miglior colazione, ma il sole era caldo.
Si stese nuovamente sulla sabbia e socchiuse gli occhi.

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